/L’intervento dal palco alla 6° Festa del Friariello

L’intervento dal palco alla 6° Festa del Friariello

La scelta di far coincidere la nostra festa con il 25 aprile nel settantesimo anniversario dalla liberazione dal nazifascismo ci è sembrata importante per ricordare e tener ben presente che l’antifascismo, il valore più grande che ci ha lasciato la resistenza, va praticato quotidianamente e che oggi la liberazione va costruita insieme!

Sui nostri volantini, sul nostro manifesto avrete certamente notato che è disegnata una mappa, una mappa del tesoro con la scritta “Materdei libera”.

Materdei libera perché lo spirito che animò la lotta dell’intero quartiere contro i nazifascisti durante le quattro giornate di Napoli, è ancora vivo…Nessuno può pensare di paragonarsi a quelli che hanno fatto la resistenza ma pensiamo che oggi la voglia di cambiare, di non restare in silenzio, la voglia di riappropriarsi della propria vita, significa resistere e liberare.

Resistere insieme contro la crisi, resistere a chi ci vuole più poveri e gli uni contro gli altri, resistere alla riforma cosiddetta Buona scuola che ci vuole più ignoranti e sottomessi, resistere alla precarietà ai tempi del job’s act.

A Materdei ci sono tre luoghi che erano abbandonati, lasciati al degrado e che oggi sono diventati di tutti. Il Giardino Liberato dove si contiunano a portare avanti attività all’insegna della gratuità e della mutualità, l’ex asl ora abitato da chi una casa non l’aveva o l’aveva persa ed infine l’ex opg, il carcere psichiatrico, un luogo di sofferenza che è stato occupato e restituito al quartiere.

Liberare spazi e abitarli decidendo insieme i modi per realizzare bisogni e desideri significa diventare protagonisti della propria vita. Perché quindi non pensare insieme che a partire anche da questi luoghi possiamo decidere come vogliamo abitare il quartiere e come vogliamo realizzare e praticare i nostri desideri? Se è stato possibile liberare questi luoghi e farli rivivere, perché non fare che un intero quartiere, e poi un’intera città e così via, possano contrapporre al razzismo, all’indifferenza, alla logica che vede il nemico nel diverso, nel migrante colui che ci toglie il lavoro, l’idea della ammescafrancesca? Tutti uguali, tutti diversi, l’abbiamo detto e rappresentato nel carnevale di quest’anno.

Rispondere con la solidarietà e il rispetto dell’altro a quanti ci vorrebbero divisi e confinati nelle proprie case, magari ad ascoltare quel Salvini che fomenta odio e fascismo, che ha tra le sue file i nazifascisti di Casapound che questo quartiere e questa città hanno cacciato via, che indica nei migranti e nei rom quelli che ledono i diritti degli italiani, nella differenza di orientamento sessuale argomento per fomentare l’omofobia… Questo quartiere, questa città dice no ai fascisti che fuori alle scuole dei nostri figli o in via Foria, a due passi da qui, aggrediscono e intimidiscono migranti e chi esprime la propria diversità! I migranti: in questi giorni abbiamo assistito all’ennesima terribile strage in mare – più di 800 migranti e profughi morti; i responsabili sono i vari governi italiani – compreso l’attuale – e l’Unione Europea, che hanno militarizzato le frontiere e aumentato la guerra tra poveri. Sono responsabili delle guerre in gran parte del Medioriente e dell’Africa settentrionale e ora cercano di scaricare ogni responsabilità dei disastri che hanno provocato negando una vera accoglienza ai profughi .

E’ ora di uscire dalle nostre case, dalle nostre finte sicurezze, è ora di fare comunità. Una comunità nuova e solidale che affonda le sue radici nelle diversità che da sempre hanno attraversato la nostra città.

E’ proprio per questo che la lotta per la liberazione, la libera circolazione delle persone, il diritto ad una casa, al reddito, ad una scuola per tutti ,alla cultura e ad un’esistenza dignitosa ci deve vedere uniti anche con i migranti.

E’ proprio per questo che noi a 70 anni dalla liberazione dal nazifascismo diciamo ancora no al fascismo, al sessismo, all’omofobia, al razzismo.

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