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Emergenza coronavirus – Report rete beni comuni

Report rete beni comuni emergenti ad uso civico
Assemblea digitale straordinaria
12 Marzo 2020

Pubblichiamo il report dell’assemblea del 12 marzo, che è stato un primo momento di ritrovo, con oltre 65 persone connesse in teleconferenza, per aprire e mantenere sui mezzi digitali i nostri spazi di incontro e riflessione.
Abbiamo ragionato su: riflessioni comuni, scambi di pratiche e proposte operative.

Condividiamo alcuni punti comuni delle riflessioni che abbiamo fatte:
abbiamo fatto nostre le misure governative che servono a limitare il contagio, perché è necessario curarci, soprattutto per tutelare chi è piùvulnerabile;
allo stesso tempo, rivendichiamoquesta cura anche per i detenuti e le detenute, i lavoratori e le lavoratrici, le persone che vivono ambienti domestici violenti e condizioni abitative precarie. Chiediamo anche: cosa succederà ai senza tetto, a chi non ha una casa dove rimanere?;
sappiamo che è importante tenere alta l’attenzione sulle limitazioni delle libertà, che oggi consideriamo accettabili, ma potrebbero sedimentare e diventare pratica quotidiana;
Pensiamo al dopo. Con la diffusione del Coronavirus è stato evidente il ruolo insostituibile della sanità pubblica, perché l’epidemia può essere combattuta solo se tutt* hanno accesso alla prevenzione e alle cure. Drammaticamente, oggi ci rendiamo conto che i mezzi attuali non sono sufficienti, e di questo sono responsabili soprattutto le politiche di taglio alla spesa pubblica, che nel tempo hanno progressivamente ridotto i finanziamenti della sanità.Con la chiusura dei locali e delle attrattive turistiche nelle città ci stiamo rendendo conto che la monocoltura turistica, che vede il turismo come principale motore di sviluppo urbano, sta svuotando i centri storici delle persone e dei luoghi che possono costituire relazioni di comunità.Solo alcuni esempi di una ‘normalità’ che ci ha portat* al collasso prima ancora dell’emergenza.Noi oggi sappiamo che dopo non vogliamo ‘tornare alla normalità’, perché quella normalità era il problema.

Abbiamo mappato alcune pratiche comunitarie di mutualismo e solidarietà, che chiunque può mettere in atto nei territori:
lavoro di cura: offrirci di badare ai bambini, i cui genitori lavorano, e mettere in connessione le richieste di aiuto con le persone disponibili.
spesa/medicine: fare le commissioni per le persone più a rischio o che non possono uscire di casa. Mettere in connessione le richieste d’aiuto e le persone disponibili
Consulenza sindacale e legale sul lavoro, sostegno politico alle vertenze.
Sportelli antiviolenza e di aiuto psicologico
autoproduzione e consegna a domicilio di igienizzante/disinfettante per le mani e mascherine.
mantenere canali radio, come strumento di convivialità e veicolo di contenuti e informazioni
moltiplicare i momenti assembleari, perché abbiamo bisogno di incontrarci di più.

Abbiamo ragionato su alcune proposte da realizzare collettivamente (se ti interessa dare una mano, o anche solo seguirle, o proporne altre, scrivici anche per mail a benicomuni.incomune@gmail.coms):
Autoproduzione: scambiarci le ‘ricette’ e modalità pratiche, realizzare manuali, per l’autoproduzione di disinfettanti e mascherine
Radio: immaginarci una piattaforma da riempire insieme come rete, con una redazione estesa e partecipata
Petizione: Pensare ad una petizione, a partire dalla rivendicazione del reddito, che potrebbe anche essere supportato su balconi, striscioni, etc.
Analisi: pensare ad una sorta di Osservatorio, con report settimanale, di questioni e di fenomeni da inviare a soggetti istituzionali e cittadinanza; predisporre una serie di criteri per valutare l’impatto socio-economico delle prescrizioni.
Piattaforme digitali: approfittiamo per migliorare i nostri strumenti digitali e capiamo come sostenere gli strumenti open source. Ragioneremo anche sulle modalità d’uso di questi strumenti: ad esempio, costruendo un vademecum per la facilitazione delle assemblee digitali.
Reddito di quarantena: seguiamo e sosteniamo le rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici e la campagna per il reddito di quarantena
Debito pubblico: non solo i privati pagano i mutui. Chiediamo di estendere anche agli enti locali la sospensione del pagamento di mutui ed interessi che il governo sta pensando per aziende private e alle famiglie come misura di sostegno
Reti internazionali: organizziamo una o più chiamate internazionali, per scambiarci informazioni e contributi, ma anche ragionare sul livello dell’Unione Europea: ad esempio, perché non abbiamo degli standard minimi vincolanti anche a livello di sistema sanitario?
Comunicazione: in generale, potenziamo tutti i canali che abbiamo: ad es., realizzare dei podcast da diffondere sui social, cercare collaborazioni con i media locali…

Infine, sappiamo che ogni emergenza sedimenta qualcosa nell’ordinario. Cerchiamo di essere parte del cambiamento e non subirlo. Lavoriamo a un documento politico per ripensare il reale, questionare anche alcune retoriche, partendo dal rispondere alle domande: cosa ci ha cambiat*, già prima dell’emergenza? Come?
Chiameremo dei tavoli di lavoro per continuare a ragionare sulla ‘normalità’ a cui non vogliamo tornare e sul ‘dopo’ che vogliamo realizzare, a partire dai nostri spazi. Partiamo da temi come: il turismo, l’abitare, il debito pubblico, l’ambiente, la tutela del lavoro…
Su questi temi, non vogliamo tornare indietro a com’era prima, ma vogliamo ragionare su un altro modello sociale.

L’assemblea si riunirà nuovamente la settimana prossima, con giorno e orario da stabilire in modo da evitare sovrapposizioni (potete segnalarci altri eventi che si svolgeranno a benicomuni.incomune@gmail.com).
Martedì 17 marzo, dalle ore 20 alle 21,parteciperemo all’« Appel en commun »di Remix the commons, come momento di scambio con la rete francofona dei commons. Per partecipare, scrivi a benicomuni.incomune@gmail.com.